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Very Long Song Artist

Very Long Song Title

Chiunque può fare una playlist, noi ti spieghiamo perché
POLI.RADIO crew's favourites 2017
   27 Gen 2018   |     Pictures of You   |     Daniele Ferrini   |     permalink   |      commenti
Ogni programma radiofonico vive di piccole tradizioni. Sin dalla seconda stagione, qui a pictures.of.you inauguriamo l’anno selezionando fotografie e storie simbolo dei mesi appena trascorsi, abbinate alle migliori canzoni scelte dallo staff di POLI.RADIO. Unica condizione posta per partecipare è dare una motivazione. Una tradizione per dare voce ad un gruppo sempre più variegato di persone che fa parte di questa realtà viva, curiosa e dinamica. Un gruppo eterogeno accomunato dalla passione della radio e della musica. Ogni anno scoprire le scelte dei nostri colleghi è sempre una sorpresa, al di là dei gusti musicali più o meno condivisi. Ogni anno dover scegliere i brani da mandare in onda durante la diretta crea piccoli risentimenti rinfacciati poi nel tempo. Ogni anno però emergono storie personali che vale la pena scoprire e questa volta scegliamo di condividerle, in quanto universali nel loro piccolo. Volenti o nolenti le canzoni sentite in radio diventano un tutt’uno con i ricordi personali degli anni trascorsi e tutti noi possiamo trovare momenti della nostra vita in queste piccole confessioni: la musica può davvero fotografare attimi ed esperienze da ricordare.

Qui il link per ascoltare la playlist su Spotify, a seguire le storie racontate dallo staff di POLI.RADIO.

Non possiamo non iniziare dalle hit e dai casi discografici che hanno lasciato il segno nell’anno, per la verità parco di vere e proprie gemme.

Kendrick Lamar, acclamato da molte riviste e webzine come il re del 2017, è stato scelto da Philip Michael Grasselli, nostro Presidente e tuttofare in New Music Tuesday:” "HUMBLE." mi ha cambiato l’autunno e mi ha permesso di approfondire ulteriormente l’ambizione musicale.”

Liberato ha generato tanto hype da far scoprire un lato inaspettato della Napoli musicale. Giocare sull’identità nascosta è stata una scelta di marketing azzeccatissima (i migliori cervelli hanno cercato messaggi nascosti nella Cabala mettendo insieme testi, date, video e molto altro), il nostro responsabile musicale Davide Quercia ha trovato una personale quadratura del cerchio a riguardo: ”Lo scorso Novembre son capitato ad una festa a caso su un terrazzo in pieno centro a Napoli in mezzo a gente conosciuta lì, anche qui sbronzo, a cantare "Tu t’e scurdat’ ‘e me". Morale: Liberato può tenersi il suo anonimato, io sto a posto così.”

In Italia ha fatto parlare di sé il fenomeno Carl Brave X Franco 126 (che in radio abbiamo intervistato in tempi non sospetti) e Michele Ape, pronto a svelare il suo nuovo programma L’ora dell’Ape, sceglie la loro Pellaria con poca razionalità: ”Il motivo per cui sia diventata il tormentone del mio 2017 non l’ho capito…ma ci sono misteri a cui la scienza non può dare spiegazioni e ci si affida alla fede.”

Torniamo nel mondo terreno, alla fine non possiamo negare di essere uno staff di nerd teneroni e Giovanni Cassani di Domani all’una lo ricorda scegliendo Hikaru Utada con “Simple and Clean (Ray of Hope Mix): ”Mi ha fatto riavvicinare ad un videogioco bellissimo che non seguivo da un po’. Il testo è in realtà dannatamente triste, giacché parla di una coppia che decide di separarsi […] situazione in cui, sorte ha voluto, mi sono ritrovato io stesso durante l’anno […] ma questa canzone ha continuato a gasarmi e tenermi compagnia anche nei momenti più difficili.”

Lo sappiamo tutti, i momenti complicati di un anno rimangono tatuati sulla pelle e la musica può essere l’inchiostro per riscriverli a proprio piacimento: Alessandra Stefanini, responsabile redazione, spiega perché "Without You (Tokima Tokyo Remix)" di Avicii è il suo pezzo del 2017: ”Il ritornello mi ha aiutato spesso a ricordarmi che non ho bisogno di qualcuno che mi ha lasciata da sola. Posso benissimo farcela senza di lui, andando avanti divertendomi, costruendo e senza abbassare la testa.”

Che poi i momenti difficili non devono essere per forza sentimentali e anzi la musica può esserne la stessa causa, almeno secondo Andrea Maioli di N.E.R.D.: ”“Alone” di Alan Walker, prima che morisse male l’autoradio, veniva passata tantissimo su Discoradio tanto da rompermi il caxxo come canzone. E niente, così si rompe il caxxo anche qualcun altro.” Apprezziamo il gesto Andrea!

Non sappiamo se il problema fisico di Marco Ferrè del team tecnico sia letterale o meno, potrebbe però rientrare nella casistica vista l’urgenza caps-lock dellla sua motivazione:”Lupe Fiasco con “Wild Child” E’ LUNICO GROOVE CHE MI HA SLOGATO IL COLLO NEL 2017.”

Al di là di eventi singoli, ognuno di noi si confronta con il proprio modo di affrontare la vita, crescendo sicuramente di anno in anno ma capendo che ci sono aspetti che fanno parte di noi. In cui nonostante tutto ritroviamo la nostra comfort zone. Gabriella Berardi, responsabile della comunicazione, cita e motiva la sua scelta con “Hai visto mai” di Frah Quintale: ”Io non sapevo come comportarmi in mezzo a quella gente così diversa”.

Molta musica nostrana nella selezione, continuando il filone allegro-andante Matteo Virelli di Silicon crede nel valore catartico della musica con “Chiodo Fisso” di Eugenio in Via Di Gioia: ”Loro sono depressi col sorriso e per questo meritano un posto nella playlist di tutti.”

C’è spazio anche per ricordarsi che tipo di popolo siamo, a breve ci saranno le elezioni a darcene evidenza. Pietro Galimberti di Domani all’una usa “Metti che domani” di Willie Peyote come una buona metafora: ”"E metti che domani scoppia la guerra mondiale, ma noi siamo italiani e puntiamo a pareggiare" […] è una frase che disegna come spesso si comporta l'italiano di oggi […] abbiamo tutto il potenziale per primeggiare in molti ambiti nei quali però ci accontentiamo. Ed è anche un monito personale per non accontentarmi mai di un "pareggio" ma puntare sempre alla vittoria.”

Spulciando la selezione si scoprono anche esperimenti musicali come Kahbum, che mette a confronto due artisti diversi che in 90 minuti devono scrivere un pezzo partendo solamente dal titolo. La nostra new entry Alessio Gommoni sceglie “Lost in Trasloco” realizzata da Chiara Dello Iacovo e Stag: “Essendo uno studente fuori sede mi ritrovo spesso a dover caricare le valige e spostare la mia vita da una parte all'altra dell'Italia quindi all'inizio mi sono sentito un po' così.”

A New York non deve andare nessuno di noi, per il momento. Giulio Bartolomei di Fuoricorso però ci porta nella East Coast americana scegliendo proprio “New York” di St. Vincent:”Sono bastati tre minuti per scrivere la canzone perfetta. St vincent si prende un attimo di respiro tra una sperimentazione e l'altra e si dimostra maestra nel saper scrivere quello che è già a tutti gli effetti un classico. Quattro dita di piano, una linea vocale emozionante, un ritornello da Manuale e un crescendo tra archi lievi che porta lontano. La stessa aria che respiri nella città che dà il titolo al pezzo, una giungla urbana tanto incredibile quanto diabolica, in grado di salvarti e annientarti da un minuto all'altro.”

Musica che fa viaggiare, musica che fa conoscere. Chiara Papèra di Something sceglie “Blue Train Lines” di Mount Kimbie con King Krule proprio per questo: ”Mi ha portato a conoscere diverse nuove persone che per casualità o affinità elettive sono entrate nella rosa delle mie amicizie più intime. Ne stavo parlando con un mio amico e alla conversazione si sono aggiunte due ragazze che ci avevano sentiti parlare e da allora siamo inseparabili. Così come al concerto sia di King Krule che dei Mount Kimbie ho conosciuto due ragazzi altrettanto importanti per me adesso. Mi ha portato fortuna diciamo.”

Siamo teneroni, lo abbiamo già detto? In ogni caso caso repetita iuvant e Mohamed Omara ci da la giusta motivazione con “Dare you” dei The xx: ”La scelgo perché è sia malinconica che speranzosa, adoro la strofa "I've been a romantic for so long, all I ever had are love songs".”

Pochissimo rock canonico nella selezione, indice di come siano cambiati i gusti in una radio nata con un sound incentrato proprio su questo genere, che negli anni si è evoluto. Roberto Carrubba, nuovo arrivato con il suo The Big Bang Show prova a tenere alta la bandiera con “Song #3” degli Stone Sour: ”La musica di qualsiasi genere deve far vibrare l’anima e aprire la mente e quando sento questo pezzo mi sento parte di una passione che trascende il tempo i colori e che avvicina i cuori delle persone.”

Una playlist è fatta per ricordare, chiudiamo quindi con un omaggio a un riferimento nel rock che proprio nel 2017 ci ha lasciato, nel modo più inaspettato. Usiamo le parole di Mirko Li Veli di Domani all’una per chiudere con "One More Light" dei Linkin Park: ”Con la morte di Chester è morta gran parte della mia infanzia. È stata la prima vera band che abbia visto dal vivo dopo aver fatto circa 14 ore di coda. Fantastici ricordi.”

Dall’album musicale dei nostri ricordi è tutto, passiamo la linea al 2018 in attesa della nostra prossima playlist.
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