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Storie Tese da Sanremo
Le interviste con EelST, Patty Pravo e Zero Assoluto
   10 Feb 2016   |     Redazione   |     Michela Turri   |     permalink   |      commenti
Ha l’aria di essere tutt’altro che una conferenza stampa quella con Elio e le Storie Tese, in gara con Vincere l’odio, parodia di “Perdere l’amore”, cantata da Massimo Ranieri e in gara a Sanremo nel 1988. Tengono banco anche con i giornalisti professionisti e super preparati della sala stampa del Teatro Ariston. Certo è difficile fare centro con la domanda giusta. A chi chiede quali siano le stranezze che li accompagnano sul palco rispondono “Questa spilla, ambitissima, attacca alla giacca, ognuno con una faccia diversa, ognuno ha la sua, realizzate in ceramica con una tecnica di Acapulco, Acapulco by Morellato” “Un po’ di serietà” insiste seria la giornalista. E proseguono imperterriti: “Che però si chiama acapulco non per la città, ma per il creatore ‘John Acapulco’ che non vive ad Acapulco ma in un’altra città del Messico… Città del Messico (applauso, ndr)”. Continua Rocco Tanica: “Ognuno può rispondere per le sue stranezze, io per esempio sono solito indossare un perizoma, ma al contrario. Cioè con il cordino davanti”. “Stai un po’ a metterlo in equilibrio” chiosano gli altri.

Anche quest’anno Rocco Tanica terrà la sua personale rassegna stampa, e motiva la sua assenza tra gli Elii dicendo che erano stati stretti accordi con la produzione prima di sapere della partecipazione del gruppo. E Faso (alias Nicola Fasani, voce, basso elettrico e cori, ndr) insiste “Non è andata così, per fare la sua rassegna stampa prende il grano, per suonare con noi deve metterlo il grano… ecco tutto”.

Proseguono facendo notare che come ogni anno vengono prodotte le classifiche con le parole più utilizzate nelle canzoni sanremesi, “Ecco – sottolineano – vorremmo essere citati come quelli che hanno utilizzato la frase ‘ebreo ellenizzante di Tarso’”. Concludono “noi le altre volte ambivamo al secondo posto, quest’anno ambiamo a non essere classificati, o meglio essere eliminati e poi ripescati. Perché il ripescato prova una gioia maggiore di tutti gli altri.” Insomma… potremmo andare avanti ore perché ogni risposta è una perla di comicità.

Applauso spontaneo all’ingresso in sala stampa di Patty Pravo, che festeggia 50 anni di carriera quest’anno coronandolo con la nona partecipazione al Festival di Sanremo, in gara con Cieli Immensi. Più che domande sono dei veri e propri complimenti come fossimo tutti fan inchinati alla più grande delle dive. 50 anni che rendono tutte le domande scontate e già sentite, anche perché della ragazza del Piper è veramente difficile andare a scovare angoli rimasti bui della sua personalità e della sua storia sulle scene. A chi le chiede se pensa di avere oggi un’erede nella musica italiana risponde: “Non auguro a nessuno di essere erede di qualcun altro, come di non assomigliare a nessuno, ma di essere originale in tutto”. Nota di costume sul festival che la attende: “C’è una scenografia bellissima e un palco comodo – dice – solo due gradini. Forse metterò i tacchi. Chissà…”

Abbiamo poi incontrato gli Zero Assoluto, il duo romano formato da Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi, i quali si ripropongono a distanza di nove anni al Festival di Sanremo con il nuovo singolo Di me e di te.

«Dopo dieci anni siamo più maturi e coscienti, però ce la stiamo vivendo con più rilassatezza possibile, per quel che riusciamo» dichiara Maffucci a fronte del ritorno sul palco sanremese. «Tensione, entusiasmo, paura e soddisfazione si mischiano tra interviste ed esibizioni, proprio per l'importanza mediatica che ha questo festival» aggiunge De Gasperi. Emozioni che rimangono nonostante si conoscano da vent’anni: «Siamo come fratelli» conclude Maffucci, mettendo in mostra l'inossidabilità della coppia.

Infine, una nota riguardante la cover proposta per la serata del giovedì: si tratta della sigla di Goldrake. «Non è proprio una canzone solo per giovani, è del 1978, però è una canzone eterna, una superhit, un evergreen: c'è da tenere conto che le canzoni dei cartoni animati sono le tue prime hit, che impari da bambino, facendo dei piccoli concerti virtuali».
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