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Very Long Song Artist

Very Long Song Title

Wolfgang Mitterer è il terzo protagonista di INNER_SPACES
e San Fedele è sempre il nostro posto del cuore per la musica d'avanguardia
   21 Nov 2017   |     Redazione   |     Davide Quercia   |     permalink   |      commenti
“Hi, Wolfgang” si presenta,
sovrastando di una spanna il mio dignitoso metro e ottanta e fissandomi con due occhi di ghiaccio che sbucano da sotto il berretto. Per quanto innegabilmente nordico, Wolfgang Mitterer ha un piglio decisamente amichevole e accetta di buon grado di fare due chiacchiere.

L’occasione è il terzo appuntamento della stagione 2017-2018 di INNER_SPACES, che continua a portare a Milano, uno dopo l’altro, i nomi più di spicco dell’elettroacustica contemporanea. Il compositore stesso, alla suo primo concerto meneghino, pare soddisfatto: “c’è un gran bel pubblico, con molti giovani. Ho molto apprezzato questo, perché in italia non ho mai suonato molto, non ci sono molti posti dove suonare questo tipo di musica, e il pubblico era davvero entusiasta ed è fantastico.”
“È diverso dalla Germania o dal Lussemburgo” continua ridacchiando, “qui siete più spontanei. The italian way of life, i guess.”

Dopo il live d’apertura, affidato a Giuseppe Ielasi (sempre una bella certezza), la performance dell’artista austriaco comincia con una rielaborazione di un suo lavoro di qualche anno fa, Music for Checking e-mails (col legno, 2009), per poi avventurarsi in un miscuglio di free-jazz e musica classica, il tutto all’interno della cornice fornita dall’acusmonium che come sempre permette una spazializzazione del suono unica nel suo genere. “Improvviso molto” dice, “perchè tramite l’improvvisazione riesco ad adattarmi al luogo, al pubblico e alle mie sensazioni fisiche”.

Mitterer comincia la propria formazione musicale negli anni ’70 come organista, prima a Vienna e poi a Stoccolma, e questo imprinting è evidentemente rimasto nell’approccio che ha allo strumento: “sono abituato spostarmi con le braccia su più tastiere, quindi riesco ad andare con le mani dentro il pianoforte”. È quello che fa durante l’esecuzione: batte sui martelletti, pizzica le corde, addirittura soffia sui microfoni, produce rumori vari con altrettanto vari oggetti. E insieme al trasporto e all’attenzione con cui si dedica alla performance, dimostra anche una particolare cura verso chi ascolta: “bisogna tenere le orecchie aperte e fare attenzione a quello che esce dai diffusori, ma questo posto ha una buona acustica ed è stato molto divertente suonarci”.


Gli appuntamenti con INNER_SPACES riprendono lunedì 11 dicembre, con i live dei britannici Adam Asnan e HELM.
acusmonium, elettronica, innerspaces, san fedele, wolfgang mitterer