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Very Long Song Artist

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Something loving: The xx
La tappa milanese dell'I See You Tour si dimostra all'altezza delle aspettative
   24 Feb 2017   |     Redazione   |     Davide Quercia   |     permalink   |      commenti
A quasi cinque anni di distanza dalla loro ultima esibizione milanese i The xx sono tornati per la prima delle tre date – giusto domenica sono state annunciate quelle di Firenze e Roma, rispettivamente l’8 e il 10 luglio – che vedranno la formazione londinese tornare ad esibirsi in Italia dopo la lunga pausa.

È un tour importante per il terzetto del south London. È importante per Oliver Sim che, come ha lui stesso affermato, sarà per la prima volta sobrio sul palco; è importante per Jamie Smith, trasformato dal successo del suo debutto solista In Colours, da personaggio schivo, quasi solamente un’ombra sullo sfondo, a punto di riferimento e fulcro del sound della band. Ma è importante soprattutto per The xx come tutt’uno. Il loro terzo album I See You, uscito il 13 gennaio via Young Turks, segna inevitabilmente un momento di passaggio, innanzitutto perché arriva dopo cinque anni dal passato Coexist, album che dal canto suo nasceva sotto la pressione di una popolarità cresciuta repentinamente e che mostrava tutte le incertezze derivate da essa. Ed è chiaro, leggendo le varie timide interviste, che a questa complicata fase della loro crescita – non solo musicale – abbiano risposto rafforzando i legami che già li contraddistinguevano. Con queste premesse, viene da sé, l’attesa per questo nuovo tour era vertiginosa, ed il sold out del Forum lo ha solo confermato.

Ad aprire le danze – letteralmente – c’è niente di meno che Floating Points, al secolo Sam Sheperd, che, nonostante abbia un repertorio ben distante dalle atmosfere della trio londinese, smuove la folla con una Nespole a stento riconoscibile, prolungata e “gonfiata” ad hoc per contesto decisamente pop. Archiviata l’elettronica pura di Floating Points – che consigliamo di vedere live con band al seguito se ne avete l’occasione – il tempo necessario per il cambio palco e le luci tornano a spegnersi. La scenografia è semplice ma ad effetto, con un gioco di specchi che richiama le grafiche dell’album. Al centro si spartiscono il palco i tre protagonisti della serata; i saluti di rito in un italiano abbozzato e si comincia. L’inizio è scoppiettante, con una bilanciata alternanza di estratti da I See You e successi degli esordi per la gioia dei fan vecchi e nuovi, una successione che lascia poi spazio al momento più quieto e introspettivo della serata.

Ad un certo punto Romy sbaglia l’attacco di I Dare You ma, anche grazie ad un pubblico più che caloroso, la tensione si scioglie in una schietta risata. Da qui in poi è tutto in discesa.

Non mancano le variazioni sul tema, per così dire, dalla cover di Too Good di Drake – già eseguita qualche settimana fa per BBC Radio1 – ad una Loud Places con tanto di luci arcobaleno ed un Jamie xx a dir poco entusiasmante. Va però detto che a dispetto del nuovo, inaspettato ruolo chiave all’interno delle dinamiche sonore della band, Jamie Smith non ruba mai la scena a Oliver e Romy, semmai la allestisce, permettendo a tutti e tre di esprimersi al meglio. Alcuni passaggi tra le canzoni sono studiati ed eseguiti come se alle spalle ci fosse un unico dj, con la differenza che di menti sul palco ce ne sono tre a suonare insieme. Quello che più convince è proprio l’equilibrio tra le componenti, la risonanza reciproca e la naturalezza rimaste intatte nonostante le dimensioni del successo di questi tre ragazzi nemmeno trentenni. Successo di fronte al quale loro stessi mostrano un genuino, quasi imbarazzato sollievo. Perché diciamolo, la musica dei The xx non sembra adatta alle grandi folle e ai sing along, è invece più intima, diretta a te e solamente a te che in quel momento ascolti. Eppure funziona, e lo dimostra il calore di un Forum colmo di gente che intona, di fatto concludendo il concerto, l’ultima strofa di Angels. Love, love, love.
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