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Quattro chiacchere con Lele
Prima della sua vittoria, eccolo ai microfoni di POLI.RADIO
   11 Feb 2017   |     Redazione   |     Eleonora Ferritto   |     permalink   |      commenti
Dopo il suo debutto sul palco dell'Ariston e poco prima della vittoria nella sezione Nuove Proposte, abbiamo intervistato Lele. Vediamo subito nei sui occhi l'entusiasmo e la voglia di esibirsi di nuovo.

Sarà stata la carica che gli abbiamo dato a farlo salire sul podio?


- Ti sei ripreso da questo debutto all’Ariston? Com’è stato?

Veramente meraviglioso, sono proprio contento e orgoglioso di aver cantato su quel palco, non vedo l’ora che arrivino le 20.45 perchè voglio cantare di nuovo… è semplicemente bellissimo.

- Essere i primi, prima dei Big, com’è? Si sente la pressione?

No, credo che sia un regalo che ci ha fatto Carlo. Penso di parlare a nome di tutta la mia categoria, gli siamo molto riconoscenti perchè tutto ciò che ha fatto per le Nuove Proposte non è mai stato fatto prima con così tanta accortezza. Quindi penso sia giusto essere i primi, in questo modo c’è più spazio per i giovani.

- Avere Maria sul palco come ti ha fatto sentire? Quel viso noto ti ha rassicurato?

Sicuramente avere un viso amico ha fatto piacere, ma non rasserena assolutamente. Gli unici padroni di casa sono la musica e l’Ariston, possono anche esserci i tuoi zii a presentare ma non cambia nulla. C’è solo il palco.

- La black music è la tua strada maestra, ti ha ispirato, come è nata questa passione?

Sarà che sono napoletano, ma mi prende in maniera differente. Tocca corde diverse, appartengo a quel tipo di modo di fare e pensare, il groove lo sento dentro, e lo stesso è per la melodia italiana. Il tentativo che faccio è quello di unire questi due mondi.

- Se fossi stato un big, quale cover avresti voluto cantare?

La cover a Sanremo è una scelta veramente importante, non so dirti precisamente il pezzo, ma penso che sicuramente sarebbe stato quello di un grande autore, come Dalla, de Gregori o Endrigo.

- Su Twitter spopoli. Un nostro tweet ha avuto enorme successo: abbiamo detto che, quando sei salito sul palco, la sala stampa è esplosa.

Ah, wow! Questo mi fa davvero molto piacere!

- Quindi, qual è il tuo rapporto con i fan?

Il rapporto è davvero ottimo. Io gestisco i social in maniera abbastanza personale, ma allo stesso tempo non mi piace rendere troppo pubblica la mia vita privata. Mi piace condividere tutto ciò che riguarda me e la musica, a prescindere dal fatto che sia promozione o altro. Questo l’hanno capito e apprezzato: sanno che voglio fare musica; ciò che è privato è privato e ciò che è pubblico è pubblico. Mi metto molto a nudo nelle mie canzoni, che parlano di mie storie e sono il più delle volte autobiografiche.

- Quanto sono state influenzate le tue canzoni in inglese dall’avere Elisa come coach ad Amici, che notoriamente canta in lingua straniera?

In realtà le canzoni sono state scritte prima: io avevo già il mondo inglese dentro, ma la collaborazione con lei ha fatto sì che io riuscissi a farlo uscire ancora di più. Inoltre, prima scrivevo in inglese, perchè mi dava la possibilità di "groovare", cosa che non riuscivo a fare nella mia lingua; lei mi ha aiutato a capire come farlo anche in italiano, quindi è stata davvero fondamentale.

- Tu sei anche autore. Per chi ti piacerebbe scrivere un pezzo?

Per il mondo femminile. Mi piace sentir cantare dalle donne le parole scritte da un uomo, perchè riescono sempre a cogliere sfumature diverse, che un uomo purtroppo non vede nel testo. A loro è stata donata una sensibilità diversa, più profonda, con più sfumature. Dobbiamo accettarlo, è così. Hanno la fortuna di diventare mamme e già questo delinea il fatto che ci sono cose che noi non proveremo mai. Poi io sono femminista, sono di parte…

- Ultima domanda a bruciapelo: chi vincerà il Festival?

Oh mamma... Allora, io ho tre nomi: Mannoia, Elodie, Gabbani.


Quindi, che dire? Ora ti aspettiamo a POLI.RADIO e in bocca al lupo per il futuro!


PH: Ufficio Stampa Rai-iwan
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